Studio Legale Avv. Paolo Assirelli

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Inaugurazione anno giudiziario 2023 – Intervento Sindacato degli Avvocati di Firenze e Toscana- ANF Associazione Nazionale Forense

Sig. Presidente della Corte di Appello,
Sig. Procuratore Generale della Repubblica,
Sig. Presidente del Tribunale,
Sig. Procuratore della Repubblica,
Signori Giudici e Signori Giudici onorari,
Autorità religiose, civili e militari,
Colleghe e Colleghi,
Istituzioni e cittadini,

in occasione di questa cerimonia, rivolgo a tutti Voi il saluto dell’Associazione Nazionale Forense, la più antica associazione degli avvocati italiani, che il prossimo anno compirà sessanta anni di età, e Vi porto il saluto personale del Segretario Generale, avvocato Giampaolo Di Marco.

RIFORME E STATO DELLA GIUSTIZIA

L’anno che è appena cominciato sarà un anno particolare per il mondo della giustizia, in ragione delle molteplici riforme che sono già entrate in vigore o che vi entreranno nel giro di breve.

In questo scorcio di anni ’20 del secolo che ancora chiamiamo nuovo, in questo mondo che abbiamo visto cambiare rapidamente nell’arco di pochi mesi e anni, con il ritorno a fenomeni che ci sembravano appartenere al passato, come una pandemia di grande aggressività e la presenza di una guerra nel cuore dell’Europa, noi operatori della giustizia abbiamo tutti scoperto che da noi, dal nostro lavoro quotidiano passa una larga fetta della modernizzazione e dell’efficientamento del sistema-Paese.

Sappiamo bene come con il P.N.R.R. il nostro Paese si sia impegnato a raggiungere obbiettivi di miglioramento di performance estremamente ambiziosi, soprattutto in ambito civile (in termini di smaltimento dell’arretrato ultratriennale e ultrabiennale e di riduzione del disposition time).

L’Associazione Nazionale Forense non ha lesinato critiche alle riforme approvate. Abbiamo soprattutto evidenziato come sia stata sbagliata la scelta di un intervento riformatore che si incentra ossessivamente ancora una volta sul rito e sulle regole processuali. Mentre sarebbe necessario intervenire sulle risorse del sistema giustizia (soprattutto quelle strutturali, non quelle temporanee del P.N.R.R.), sugli organici e sull’organizzazione del lavoro negli uffici giudiziari, oltre che sull’inserimento di maggiori competenze manageriali negli uffici.

OBBIETTIVI CONDIVISI E ORDINAMENTO GIUDIZIARIO

Tuttavia, devo anche sottolineare che ogni qualvolta vi è l’esigenza di lavorare in modo condiviso e con percorsi comuni, ogni qualvolta c’è l’esigenza di confrontarsi per il miglioramento della macchina della giustizia e del servizio che quotidianamente tutti noi, assieme, ognuno nel rispetto delle prerogative del suo ruolo, offriamo ai cittadini ed al Paese, l’Avvocatura e in particolare l’Associazione Nazionale Forense ci saranno sempre.

In questo senso mi sento di rivolgere un appello a tutte le professionalità presenti a questa inaugurazione: diamoci obbiettivi comuni, ragioniamo assieme di prassi condivise, nella comune consapevolezza che il buon funzionamento della macchina è un interesse di tutti.

Ci troviamo di fronte i mesi della prima attuazione di riforme processuali di vastissimo raggio. Mesi di grande fatica e in cui si porranno quotidianamente problemi e incertezze. Cerchiamo di darci tutti quanti una mano.

Nelle prossime settimane si riprenderà la discussione sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, in attuazione della legge delega approvata lo scorso anno (Legge 71/2022). Questa sarà una formidabile occasione per gettare le basi di un proficuo lavoro comune.

Agli amici magistrati vogliamo dire che l’aumento delle forme di partecipazione degli avvocati nei consigli giudiziari e nelle valutazioni di professionalità è un arricchimento culturale per tutti, nell’ottica di rendere più partecipate le procedure di valutazione. Così come voglio dire che l’utilizzo di sistemi di misurazione oggettivi delle performance è un importante elemento di trasparenza. Non dobbiamo avere paura dei numeri.

L’Associazione Nazionale Forense crede che sia indispensabile che sia consentita all’Avvocatura una maggiore partecipazione all’attività organizzativa degli uffici giudiziari, dando seguito alle esperienze di buone prassi già esistenti in diversi Tribunali, con l’istituzione di cabine di regia per l’organizzazione dell’esercizio della giurisdizione con particolare riferimento alla gestione ed organizzazione degli Uffici del processo, che, così come altre esperienze quali “Osservatori della giustizia”, di “monitoraggio” ed i numerosi “protocolli”, siglati per la gestione delle udienze soprattutto nella recente fase pandemica, dimostrano la possibilità di fattiva collaborazione fra magistratura ed avvocatura.

Le direttrici del processo di efficientamento possono essere molteplici (e quasi tutte diverse dalle modifiche del rito). Ci si può confrontare sull’organizzazione delle risorse, utilizzo della giustizia complementare, digitalizzazione e utilizzazione dell’intelligenza artificiale e così via.

L’Associazione Nazionale Forense auspica che il 2023 rimetta al centro la giurisdizione e la risoluzione delle controversie, anche nelle forme alternative, in un rapporto complementare e non più oppositivo.

QUESTIONI RELATIVE ALL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA NEL DISTRETTO
Il Sindacato degli Avvocati di Firenze e Toscana – quale associazione territoriale aderente all’Associazione Nazionale Forense – è assolutamente allineato all’appello alle diverse professionalità coinvolte nel buon funzionamento del “sistema giustizia”.
Il Sindacato, come ha sempre fatto, è lealmente disponibile alle più strette forme di collaborazione che permettano di valorizzare al meglio l’attuazione delle attuali riforme processuali e a dare il proprio contributo nell’ambito dell’attuale discussione in ordine alla riforma dell’ordinamento giudiziario, in attuazione della summenzionata legge delega.
Come Sindacato Avvocati vogliamo concludere sottolineando l’esigenza improcrastinabile di una migliore organizzazione del settore della volontaria giurisdizione e del Tribunale per i minorenni che stanno subendo gli effetti di una evidente penuria a livello di organico.

Con questi auspici l’Associazione Nazionale Forense augura a Voi tutti un proficuo 2023.

per Associazione Nazionale Forense

Il Segretario Generale Avv. Giampaolo Di Marco

per Sindacato Avvocati di Firenze e Toscana
Il Segretario Dirigente Avv. Paolo Assirelli”

C’ERAVAMO, CI SIAMO, CI SAREMO! – La politica forense, le associazioni, gli organi istituzionali

C’ERAVAMO, CI SIAMO, CI SAREMO!
Intervento del Segretario Dirigente
all’evento: “IL NOSTRO ASSALTO AL CIELO
I trent’anni dell’avvocatura fiorentina dal 1970 al 2000
Riflessione sulla politica forense e sull’associazionismo forense”.
15 settembre 2022

 

Non spenderò ulteriori parole di ringraziamento, di elogio per l’opera di Cesare Piazza rispetto a quelle contenute nella prefazione che mi ha fatto l’onore di redigere. Voglio invece – è il mio dovere come Segretario Dirigente del Sindacato – onorare la vera radice del suo libro, anzi più correttamente – la sua intera vita associativa e professionale.

Il vero cuore del “Il Nostro Assalto al Cielo” è quello di dare una importantissima chiave di lettura non solo del passato dell’Avvocatura fiorentina e nazionale, ma anche e soprattutto del complesso presente di tutta l’Avvocatura.

Il cielo che Cesare Piazza ed i suoi Colleghi ed amici avevano assaltato e conquistato ci è stato infatti usurpato.

È stato usurpato dalla Legge Professionale del 2012 che ha incoronato un CNF non solo come organo istituzionale assoluto, ma addirittura come nuovo attore politico totale in evidente concorrenza con il mondo dell’associazionismo forense che era e resta il protagonista naturale della politica forense.

È stato usurpato con lo statuto fondativo dell’OCF nel quale il necessario equilibrio è stato ancora una volta spostato a tutto vantaggio degli organi ed enti istituzionali con grave nocumento del grande ed insostituibile apporto che solo le associazioni forensi sono in grado di dare.

È stato usurpato dall’iter che ha condotto al nuovo regolamento della Cassa Forense.

Questo è un punto particolarmente dolente perché come si può letteralmente leggere nel libro di Cesare Piazza la cassa previdenziale dell’Avvocatura è frutto dell’associazionismo forense e del Sindacato degli Avvocati di Firenze e Toscana in particolare.

Sono state le associazioni ed il Sindacato a dare l’impulso iniziale di un nuovo e più equo, moderno ed efficace modello di previdenza; sono state le associazioni ed il Sindacato a svolgere negli anni un’opera paziente, continua, ininterrotta che ha assicurato a tutti gli Avvocati tutele prima sconosciute.

 

In questi giorni assistiamo ad una evidente debacle dell’attività politica condotta da organi istituzionali: le maggiori iniziative poste in essere dal CNF, che hanno fortemente impegnato tempi e denari dell’organo negli ultimi anni, sono arrivate al capolinea: l’equo compenso – pur nella sua critica e criticabilissima forma – non è passato. Il sogno – la chimera – dell’inserimento dell’avvocato in Costituzione è in alto mare. Il testo di riforma della crisi d’impresa per come è stato licenziato ha visto sparire gran parte delle previsioni di obbligatorietà di una difesa tecnica.

L’OCF vive un momento di debolezza così estrema che da più parti si teme addirittura per la sua esistenza in vita. Si sta cercando – ora – di correre ai ripari con ipotesi di modifiche statutarie che dovrebbero assicurarne maggiore democraticità mediante un aumento del peso del mondo associativo forense. Ipotesi di modifica prontamente e lealmente appoggiata dal Sindacato degli Avvocati e da ANF. A breve – in ottobre a Lecce – vedremo se la volontà di restituire alle associazioni il ruolo politico che loro spetta è una volontà reale o se si tratta della più classica manovra di captatio benevolentiae.

Nell’attuale situazione appare evidente che l’OCF, impegnato in una lotta per la sopravvivenza, non sarà per lungo tempo in grado di svolgere le proprie funzioni, sempre che gli organi istituzionali riconoscano efficacia alle delibere dell’Organismo, cosa che allo stato è tutt’altro che scontata.

 

La Cassa Forense sta per licenziare un nuovo regolamento il cui iter formativo è stato caratterizzato da una preoccupante – e più volte da noi e da ANF denunciato – difetto di trasparenza.

Se la riservatezza era chiaramente indispensabile sul tema delicatissimo del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, non riusciamo a capire le ragioni per cui è invece mancato un coinvolgimento del mondo associativo forense su altri temi importantissimi quali quello degli avvocati monomandatari e collaboratori, delle misure di sostegno all’Avvocatura, alle aggregazioni professionali, al passaggio generazionale.

Temi importantissimi perché la soluzione dei gravi problemi di Cassa non può passare solo da una revisione del modello in chiave retributiva/contributiva, occorre l’adozione di misure che consentano all’intera categoria di tornare a produrre reddito nel suo complesso, indipendentemente dal settore giurisdizionale o stragiudiziale, civile, penale, amministrativo ecc., dove si esplica l’attività professionale.

 

Gli organi istituzionali non sono in grado di fare politica forense, non ne hanno la forza, la determinazione, la progettualità e ciò proprio perché la loro azione politica è frenata, rallentata, in certi casi inibita, dal loro stesso essere istituzione. Difettano delle antenne sensibili ai cambiamenti che sono prerogativa delle associazioni forensi.

Gli organi istituzionali – da anni – stanno spendendo tempo e denaro combattendo le battaglie della guerra precedente: equo compenso, avvocato in costituzione, la stessa forma dei parametri forensi ormai prossimi al loro aggiornamento, che si è limitato ad un semplice aumento percentuale e ad una articolazione della tariffa oraria. Troppo poco, troppo tardi.

Manca invece una percezione delle necessità attuali e future dell’Avvocatura, di interventi su campi e temi spesso più ristretti e dai nomi meno altisonanti, Non ci si è occupati – né ci si sta occupando in misura determinante – della neutralità fiscale, delle società tra professionisti, delle reti d’impresa…, solo per dirne alcune, le più immediate. Eppure sono i temi realmente essenziali per poter rispondere adeguatamente ad una società, ad una domanda di giustizia, radicalmente mutate, per  tornare a produrre reddito, per tornare a rivestire quel ruolo sociale, quella tutela dei diritti, quella difesa degli interessi che sono ontologici all’Avvocatura.

 

Da anni evidenzio che per la prima volta l’Avvocatura è tecnologicamente in ritardo rispetto alla PA sul piano dell’innovazione tecnologica. L’ho scritto in un articolo sull’innovazione tecnologica negli studi legali pubblicato nel Notiziario Forense del 2018 e l’ho ripetuto negli ultimi Consigli Nazionali ANF.

Abbiamo avuto per primi i fax, abbiamo avuto per primi i personal computer, abbiamo avuto per primi i gestionali di studio (i processi telematici ne sono un evidente sviluppo). Proprio adesso la PA sta già sperimentando forme di gestione dei processi attraverso algoritmi di intelligenza artificiale, ma noi questa volta siamo indietro.

Siamo indietro non sul piano concettuale, che anzi il dibattito e la riflessione all’interno delle associazioni – o almeno del Sindacato e di ANF – sono pane di tutti i giorni. Abbiamo portato mozioni al Congresso Nazionale di Lecce; l’intelligenza artificiale è stata l’oggetto di un’intera giornata all’ultimo Congresso Nazionale ANF e costituisce l’oggetto di gruppi di lavoro sia a livello nazionale che locale con una lettura attenta dei provvedimenti presi a livello comunitario.

Siamo invece indietro sul piano pratico, sull’adozione e sullo sviluppo di software, di piattaforme che ci permettano – già da ora – di confrontarci con le forme in sperimentazione a livello ministeriale.

 

Concludo sperando che Cesare Piazza abbia la percezione – e non la mera speranza, l’illusione – che il suo insostituibile contributo al miglioramento della professione, della vita professionale di tutti le Colleghe ed i Colleghi, sia stato degnamente raccolto da quelli che sono “comodamente” giunti dopo, a cose fatte. Che le nuove leve del Sindacato degli Avvocati di Firenze (per primo il sottoscritto) si stiano dignitosamente occupando delle tante e nuove cose ancora da fare.

Come ho scritto nella prefazione al libro: “il cielo esiste ancora anche se ha cambiato colore”, ma è compito delle associazioni forensi – non di altri – andare al suo assalto.

Firenze, 15 settembre 2022

Il Segretario Dirigente

del Sindacato degli Avvocati di Firenze e Toscana

avv. Paolo Assirelli

Associazione Nazionale Forense – RAPPORTO CENSIS AVVOCATURA; DI MARCO (ASS. NAZ. FORENSE): O LA PROFESSIONE CAMBIA O SI RIPIEGA SU SE STESSA. PREOCCUPANTE GENDER GAP SALARIALE E NUMERO DI AVVOCATI CHE VOGLIONO ABBANDONARE LA TOGA. CRITICITA’ A LIVELLO PREVIDENZIALE PER IL FUTURO

https://associazionenazionaleforense.it/rapporto-censis-avvocatura-di-marco-ass-naz-forense-o-la-professione-cambia-o-si-ripiega-su-se-stessa-preoccupante-gender-gap-salariale-e-numero-di-avvocati-che-vogliono-abbandonare-la-toga-cr/

E così ancora una volta è guerra!

E così ancora una volta è guerra! Un pensiero a tutti coloro, civili e militari, che subiranno le prevedibili sofferenze che sempre accompagnano qualsiasi conflitto, anche le operazioni chirurgiche, speciali ecc.

Un pensiero anche a tutti coloro – e sono tanti – che da anni, pure su questo social – hanno plaudito a Putin come esempio di uomo forte, di politico decisionista. Mi stupivo e mi stupisco ancora di ciò.

Viviamo in una democrazia liberale con tutti i difetti tipici ed anche qualcuno di più, tipicamente italiano… ma è una democrazia. Come si fa ad acclamare un leader la cui opera politica è sempre stata caratterizzata dalla spietata repressione del dissenso, dall’eliminazione anche fisica dei competitors politici (Navalny ricorda qualcosa?), dalla negazione di molti diritti civili ed umani ormai patrimonio comune dei paesi culturalmente più avanzati (e la Russia dovrebbe – a pieno titolo – rientrare tra essi)?

Come si fa ad acclamare un uomo che da decenni governa un popolo, un grande paese, dei quali si è assicurato l’imperio fino al 2036?

Come si fa? Non si può, né si dovrebbe! Ora è tardi! Mi auguro che l’azione congiunta degli organismi internazionali riesca a ristabilire la pace al più presto. Ma la morte, il dolore, la distruzione già perpetrati non potranno essere eliminati. Bisogna pensarci prima. Per questo Putin non mi è mai piaciuto. Niente di personale.